ANESTESIA GENERALE TROPPO RISCHIOSA, EQUIPE MULTIDISCIPLINARE UTILIZZA “STRATEGIA” INNOVATIVA
Vizzolo Predabissi (Mi) – 25 ottobre – Un’ innovativa strategia per un intervento laparoscopico, svoltosi in anestesia spinale, per salvare la vita a una paziente, ultranovantenne, che avrebbe corso troppi rischi se operata in anestesia generale. Questo, in sintesi, l’eccezionale intervento che si è tenuto nella metà di ottobre, all’ospedale di Vizzolo Predabissi (ASST Melegnano e della Martesana), da un’equipe multidisciplinare coordinata dal binomio vincente Vailati (anestesista) e Magistro (chirurgo). La paziente di 93 anni, seguita costantemente dal team di anestesisti, chirurghi, infermieri e personale della sala operatoria, è stata dimessa una settimana dopo l’operazione.
“Questo intervento – spiega il dott. Vailati – può essere considerato eccezionale non tanto per la tecnica chirurgica: una colectomia destra in videolaparoscopia (i cosiddetti buchi), neanche per la tecnica anestesiologica: un’anestesia spinale, ma per la combinazione e la stretta collaborazione tra chirurgia, anestesia e assistenza infermieristica che ha portato a questo straordinario risultato”.
Gli interventi laparoscopici, infatti, vengono sempre effettuati in anestesia generale, cioè con il paziente intubato e che viene risvegliato al termine dell’intervento. Quando, però, le condizioni del paziente sono tali da esporlo a elevatissimi rischi, conseguenti un’anestesia generale, occorre un’altra soluzione. La risposta è arrivata, sul campo, grazie a una sinergia di menti ed esperienze. La paziente, che ha subito l’asportazione del colon destro, per una neoplasia di una porzione dell’intestino crasso, è stata operata con una tecnica anestesiologica che consentisse di eseguire l’intervento a paziente sveglio. Un grande lavoro di squadra che ha seguito la novantatreenne in ogni istante, riducendo i tempi morti di sala operatoria e sfruttando al massimo le potenzialità dell’anestesia, effettuata a livello toracico.
Durante l’operazione, durata in tutto poco meno di due ore, la paziente è stata sedata, ma collaborante, monitorata attentamente sia a livello cardiovascolare sia neurologico e respiratorio. Dopo un’osservazione in sala risveglio di poche ore, dove è stato ottimizzato il controllo del dolore attraverso un’altra tecnica di anestesia locoregionale (il TAP block, una moderna tecnica di somministrazione ecoguidata di anestetico locale tra le fasce muscolari della parete addominale), la donna è stata trasferita in reparto. Durante la degenza non si sono presentate complicanze post-operatorie e la 93enne ha seguito un percorso di riabilitazione in corsia, sia motoria sia alimentare, fino alle dimissioni.
“Sono pochissimi i centri in Italia che stanno adottando questa metodica per alcuni aspetti pionieristica – conclude Davide Vailati – nella nostra struttura la fusione fra chirurgia e anestesia, lo studio collegiale dei casi complessi, la disponibilità di un blocco operatorio all’avanguardia, nonché di infermieri e medici altamente qualificati, con alle spalle esperienze maturate in grandi centri d’eccellenza, è la base di successi come questo e, sono certo, potrà concretizzarsi in una nuova realtà di approccio terapeutico per i pazienti”.